Del giro in Vespa e del rischio di crepare

by seppafrattini

Oggi sono andato a fare un giro in Vespa. Una cinquantina di chilometri, tanto perchè non avevo abbastanza benzina. Miscela, ok, scusate. Mammamia… Le assicurazioni fanno pagare un sacco di soldi a TE che teoricamente sei quello che per loro provoca l’incidente ma dovrebbero farti uno sconto del 345635435% visto che appena metti il naso fuori di casa rischi di crepare una ventina di volte, come me oggi. Nell’ordine:







1. diciamo che ho una Vespa 50 e per fortuna non corre. Non corre, no, ma in città è sempre maledettamente impossibile mantenere le distanze di sicurezza quindi la maggior parte delle volte che ho rischiato di vedermi stampato da qualche parte è stato sopra il lunotto posteriore di qualche disgraziato incapace di decidere quale sia la fila giusta nella quale mettersi, è sì che a Gorizia ci vivi da una vita ancora non hai capito, quindi muori. Anzi prima mi paghi un copertone dietro che il mio ormai è consumato a suon di inchiodate.

2. se un giorno decidi di andare a fare un giro con la Vespa, sì ok, in città bene o male ci passi ma dato che la Vespa è il mezzo dell’eterno sorriso cerchi di evitare di togliertelo dalla faccia girando esclusivamente per le metropoli, no? Ecco allora vai (nel mio caso…) sul Carso, ti fai le belle stradine in mezzo al verde delle acacie [già, si scrive con la i, come ciliegie] e alla terra rossa, in mezzo al profumo dei fiori selvatici, ogni tanto qualche cacca di cavallo ma pace, sole, caldo…fantastico. Se non fosse che il sorriso dalla faccia se non ve l’ha tolto la città ve lo toglierà il camion che ha sbagliato strada (una roba così…) che vi spunta da dietro una curva mentre percorre una stradina carsica (una roba così…) dove ci passa una macchina e 1/8 e tu ovviamente ti ritrovi a fare manovre da kamasutra con la vespa mentre tagli l’erba del ciglio della strada facendo un favore a quello che poco più in là ha il campo di grano.

3. Per descrivervi questa dovrei farvi un disegno; provo a spiegarla. Sei in città, senza sorriso sulla faccia, ormai è appurato. Stai percorrendo una via principale con diritto di precedenza grande così con tanto di semaforo regolatore all’incrocio con le altre strade. Ovvio ci sono pure i semafori per i pedoni dai quali, di quando in quando, escono degli strani esseri chiamati Bimbiminkia (una roba così…) in bicicletta ma che ovviamente non rispettano il loro rosso e mentre tu passi con il tuo verde, in tutta legalità, questo ti esce con la bicicletta (neanche a piedi…) …ti esce con la bicicletta e lì rischi di fare un frontale che benedici quella volta che hai deciso di rifare i tamburi dei freni anche se quelli vecchi erano buoni. Allora che fai, mentre stai fermando il traffico con la vespa di traverso [senza ovviamente contare che hai inchiodato e le macchine dietro magari ti venivano addosso…] insomma che fai, fai che imbastisci un paio di bestemmie sonore purtroppo attutite dalla presenza del casco e cerchi di comprendere il tizio con la bicicletta tutta scardinata, con gli occhi lucidi di vergogna che cerca di urlarti qualcosa come “Fcufa, oh, fcufa, fcufa…” ti chiedi di fatto cosa voglia dire poi realizzi che il tizio ha preso talmente tanta paura che s’è cagato addosso al contrario e purtroppo ha delle serie difficoltà locutorie. Con l’adrenalina che ti aiuta a tirar meglio la frizione te ne vai, bestemmiando.

Poi senti al telegiornale che al tizio che ha ammazzato 3 persone perchè era ubriaco gli hanno revocato la pena di 2 anni (che poi sono nulla…) e gli hanno restituito la patente perchè questo ha patteggiato e pure l’attenuante della fedina penale pulita. 
Ciao.
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